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LAGA ULTIMA ILLUSIONE

 

 

 

Che esistessero monti che si lasciano scoprire solo poco a poco. Monti dei quali i più ignorano persino l'esistenza. Questo era giocoforza saperlo....

Che questi monti non si trovassero ai margini di una catena laterale del Karakoram, ma - come si doveva per forza rispondere ogni volta - a Sud dei Sibillini e a Nord del Gran Sasso. Più o meno. Raccogliendo ogni volta sguardi perplessi. Questo era già più strano, ma non fu difficile farci l'abitudine. 

Che potesse invece una montagna toglierti il sonno e danzare davanti ai tuoi occhi per molte notti, incorrotta irraggiungibile amante; che cime valli foreste cascate pascoli e pietraie potessero solo a stento e solo di rado ricomporsi in un unico quadro e si facessero - inconcepibile malinconia - di nuovo confusi ogni volta che li calcavi col piede; che pensassi un giorno a quei monti come il luogo migliore per raccogliere le tue ceneri, ma senza saper mai risolverti per un posto preciso.
Insomma. Speranza rimpianto e illusione.A scoprirsi ogni volta straniero in quel grembo così teneramente amato. Laga, mia Fata Morgana.

(luglio 2001)

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